Quando all’inizio del 2017 stavo combattendo la mia depressione, volutamente senza l’uso di antidepressivi, andavo comunque in analisi da uno psicologo.
Durante una seduta, per farmi capire che la mia malattia era per lo più una gabbia mentale, mi fece fare un esperimento: mi chiese di chiudere gli occhi, rilassarmi e immaginare un oggetto di mia appartenenza, meglio se del passato.
Io scelsi il mio primo laptop, non so perché: mi chiese di descriverglielo, attentamente, poi di usare sempre la mia immaginazione per aprirlo, accenderlo, usarlo.
Erano passati forse 12 o 13 anni e mi tornarono alla mente cose che pensavo aver rimosso completamente dalla mia testa: mi ricordai la prima schermata, la foto del desktop, perfino la password: per un attimo io ero veramente seduto davanti quel portatile!
Mi disse allora di riaprire gli occhi, ci rilassammo un po’, fino a quando fui pronto per un altro esperimento: chiusi gli occhi, mi rilassai e, sotto la sua guida, iniziai ad immaginare mia figlia, averla vicino, prenderla in braccio, accarezzarla.
Sentivo il suo calore, sentivo il suo profumo, sentivo la sua voce e il suono della sua risata.
Lo psicologo mi disse, a questo punto, di prendere un coltello, grande e affilato, e di trafiggere mia figlia…
Fu un attimo, una saetta che squarcia il buio, ma io nella mia testa presi quel coltello e seguii il suo ordine. Sentii un dolore assurdo attraversarmi il corpo, iniziai a piangere disperato e, la cosa peggiore, a sentirmi in colpa come se io avessi veramente accoltellato mia figlia!
Urlai, chiesi pietà, gli chiesi di smetterla…
Quando mi fui ripreso, le mani ancora tremolanti e la voce rotta dall’emozione, mi chiese di spiegargli il più lucidamente possibile le mie sensazioni: tutto era chiaro, tutto era lucido, come un ricordo di una cosa veramente accaduta.
“Vedi, Manuel” mi disse “quello che succede nella nostra testa non è sempre vero, ma il nostro corpo reagisce esattamente alla stessa maniera. La nostra mente è un organo potentissimo e quello che noi pensiamo, immaginiamo, si riflette e finisce con il condizionare la nostra vita. Scegli bene quello a cui pensare!”
Lo ammetto, in un primo momento mi fu difficile perdonarlo per il dolore che mi aveva procurato, ma l’esperimento, anche se tremendamente crudele, mi riaprì gli occhi su una verità che già conoscevo e che avevo dimenticato:
Noi siamo quello che pensiamo e la realtà esterna è un riflesso dei nostri pensieri, così come le nostre sensazioni, le emozioni e, quindi, le nostre reazioni.
Se vogliamo qualcosa, iniziamo prima ad immaginarlo!
Se vogliamo una vita serena, iniziamo prima a pensare di stare bene, ad essere liberi da qualsiasi problema!
Se vogliamo cambiare vita, iniziamo a pensare di poterlo fare!
Se vogliamo uscire da una situazione difficile, pensiamo a tutte le possibilità per farlo!
Se dobbiamo prendere una decisione, pensiamo che sia quella giusta e che tutto andrà bene:
molto, tanto, dipende anche da quello…
E tu, come usi la tua testa?
Quali sono i tuoi pensieri? Cosa vedi? Cosa immagini?
When at the beginning of 2017 I was fighting my depression, deliberately without the use of antidepressants, I was seeking, anyway, help from a psychologist
During a session, to make me understand that my illness was mostly a mental cage, he let me do an experiment: he asked me to close my eyes, relax and imagine an object belonging to me, better if from the past.
I chose my first laptop, I don’t know why: he asked me to describe it carefully, then to still use my imagination to open it, turn it on, use it.
Twelve or Thirteen years had gone since I used it last time and I still ended up remembering things that I thought had completely removed from my head: I remembered the first screen, the desktop picture, even the password: for a moment I was really sitting in front of that laptop!
He then told me to open my eyes and to relax a little until I was ready for another experiment: I closed my eyes, relaxed and, under his guidance, I began to imagine my daughter, having her close, taking her in my arms, fondling her.
I felt her warmth, I smelled her perfume, I heard her voice and the sound of her laughter…
Then, suddenly, the psychologist told me to take a knife, large and sharp, and to stab my daughter…
It was a moment, a lightning that pierces the darkness, but in my head I took that knife and followed his order. I felt an absurd pain crossing my body, I began to cry in despair and, worst of all, to feel guilty as if I had really stabbed my daughter!
I screamed, I asked for mercy, I asked him to stop …
When I recovered, my hands still trembling and my voice broken by emotions, he asked me to explain my feelings as clear as possible: everything was clear, everything was lucid, like a memory of something really happened.
“See, Manuel” he told me “what happens in our head is not always true, but our body reacts in exactly the same way. Our mind is a very powerful organ and what we think, imagine, reflect and ends up conditioning our lives. Choose well and carefully what you think!“
I admit it, at first it was difficult for me to forgive him for the pain he had caused me, but the experiment, although terribly cruel, opened my eyes to a truth I already knew and had forgotten:
We are what we think and external reality is a reflection of our thoughts, as well as our feelings, emotions and, therefore, our reactions.
If we want something, let’s start imagining it first!
If we want a peaceful life, let’s start thinking first of being well, being free from any problems!
If we want to change our lives, let’s begin to think we can do it!
If we want to get out of a difficult situation, let’s think of all the possibilities to do it!
If we have to take a decision, let’s think it’s the right one and that everything will be fine:
a lot, really a lot, depends from that too…
And you, how do you use your mind?
What do you think? What do you see? What do you imagine?
Molto, molto bello Manuel. I miei complimenti.
Grazie mille Andrea!
Ho notato una certa similarità nei nostri posts, mi fa piacere leggerti.
Grazie Manuel, lo stesso vale per me. Un abbraccio.
La nostra mente è estremamente potente nel definire il mondo in cui operiamo e nel guidare le nostre emozioni, anche contro la nostra volontà razionale. È fondamentale riuscire a sviluppare una capacità di controllo della nostra mente per guidare i nostri progetti di vita in maniara costruttiva e non distruttiva, come accade quando andiamo in depressione. Grazie per aver raccontato con vividezza questa tua forte esperienza personale.
Grazie a te Enzo per averla letta e apprezzata.
Sono profondamente d’accordo con te, la nostra mente ha una potenza infinita e non riesco ad immaginare che cosa saremmo in grado di fare se potessimo utilizzarla a nostro piacimento. Personalmente sono anni che ci lavoro su, e per esperienza anche questo cammino è fatto di alti e bassi: troppo spesso finisco co il dimenticarmene, ma quando riesco a controllarla, anche per poco, i risultati soo sorprendenti. E meravigliosi!
Evidentemente sei sul cammino giusto per te!
Lo spero, o meglio, ci provo 😉
Mi ha molto colpita quell’esortazione: “Scegli bene quello a cui pensare!”. Aveva ragione, e grazie per la tua storia, sulla quale rifletterò.
Sì, diciamo che forse ha usato un modo diretto e crudele per farmelo capire, ma ci è sicuramente riuscito. E gliene sono estremamente grato: aveva ragione!
Sì, sì capisce bene la tua reazione, molto umana, ma per lui eri una persona da aiutare, guarire e, a quanto sembra, ha fatto bene il suo lavoro. Io sono contenta di quello che ha detto. Se per caso hai il nome del terapeuta, mi piacerebbe citarlo nel blog…
Certo, si chiamava Elvis e lavora in Svezia. Una bella persona, contento di essermi fatto esaminare da lui 😀
Eh, ma cosa ci scrivo sotto la citazione? Non credo che sia “testuale”, ma il concetto lo hai espresso bene! Come lo chiamo? Elvis, psicoterapeuta svedese? Grazie
Sì, per la citazione va bene, non mi ricordo il cognome
Ciao, ho pubblicato, senza fare nomi e senza scendere nei dettagli, l’episodio che hai raccontato qui. Magari vai a dare un’occhiata, così mi fai sapere se secondo te va bene così e sono riuscita a rendere, in sintesi, la “morale” di questa storia. Grazie
Beh, hai detto tutto in poche righe, molto conciso e diretto. Mi piace 🙂
Grazie!
Prima l’ho fatto leggere a mio marito per verificare se si capiva e mi ha fatto aggiungere il dettaglio specifico sull’esperimento doloroso. Prima lo avevo omesso, per discrezione. Grazie a te!
Bravo! E’ la prima volta che leggo un post di questo genere senza pensare di mandare a quel paese lo scrivente. 😀
Ah ah! Mi fa piacere 😃 soprattutto perché è un argomento estremamente delicato 😉
Appunto e io, pur essendo stata “curata” da parecchi psicologi e psichiatri, non ne ho mai trovato uno che mi abbia sottoposto ad una prova come quella toccata a te. 🙂
Penso che come con tutto ci vuole fortuna. Io ne ho provati due, questo era decisamente per me 😉
Grazie!
Poche righe, ma che fanno riflettere… Bravo.
Grazie a te Emanuele per averle lette!
Sai, di solito scrivo brevemente e cerco di racchiudere in poche righe il messaggio: ho notato che la gente ha poco tempo per leggere, va sempre più di corsa e si ferma poco.
Sapere che sono riuscito a far fermare qualcuno mi fa veramente piacere!
Bello, anche lo scatto 🙂
Illuminante
Grazie!
😊
A volte ci portiamo dentro qualcosa che ci opprime e ostacola a livello inconscio. Immagino bene il tuo dolore, ma doveva uscire per poterti liberare da quella cappa opprimente. So bene anch’io cosa significhi la parola depressione. Lo psicologo ci è andato duro, ma evidentemente serviva questo. E’ vero, siamo ciò che pensiamo. I pensieri e le parole hanno un potere enorme sul nostro inconscio e anche su ciò che ci circonda. Ho cominciato a capire la lezione, mi sto allontanando dalle persone che si lamentano sempre, soprattutto quelle che sminuiscono ciò che sono e la mia anima. Anche i pensieri altrui, negativi, possono intaccare il nostro profondo, e non solo.
Grazie per la tua testimonianza, a modo mio, lo faccio anch’io coi miei scritti, perché ci si sente meno soli e può essere costruttivo confrontarsi con più persone.
Goditi tua figlia, le persone care autentiche… per te ogni bene e positività! 🙂
Allora, prima di tutto scusa per la risposta tardiva ma ho trovato il tuo messaggio nello spam, non chiedermi perché…
Tornando al post: sono d’accordo con te e fai benissimo ad allontanarti da chi, in un modo o nell’altro, finisce con l’intaccare i nostri pensieri con la loro negatività. Non ne abbiamo bisogno, abbiamo invece bisogno di chi o cosa possa accrescere la nostra forza, la nostra energia positiva.
E parlarne fa bene, sia a noi che ne scriviamo sia a quelli che magari, tramite le nostre parole, trovano conforto o anche solo qualche piccola risposta alle tante domande.
Grazie mille, di cuore ❤️❤️
Caro Manuel, proprio ieri un’altra mia amica ha notato il mio commento (di giorni) nello spam. E’ successo anche a me di vedere commenti nel mio spam. WordPress sembra divertirsi a nascondere i commenti, ma dai blogger più attenti, viene stanato…! Già! :))
I pensieri e le parole non sono altro che energia: è scienza. Quando si studiano le aree del cervello adibite alle emozioni, si nota come, a seconda di un sentimento, che sia paura, affetto, immagini visive e quant’altro… vanno colorandosi diversamente le varie sezioni dello stesso. Non c’è nessuno che dipinge i colori, sono i pensieri, le emozioni stesse a far variare lo spettro cromatico. Da qui, si capisce bene che i pensieri e le parole sono pura energia, non aria fritta e, come tale è capace di influire anche fisicamente su ciò che ci circonda, sia a livello astratto che fisico. Come sempre mi dilungo, ma è per motivare certe credenze… che tali non sono. Le persone che si lamentano sempre, si dice “se la tirano dietro” la malasorte… non è un modo di dire. Ne ho conosciute alcune così… ed hanno sempre qualche intoppo, la cosa che più dà fastidio di tutto questo è che, non ragionando
sulla loro interiorità e indole, danno sempre la colpa agli altri, al mondo esterno, vittime del fato avverso, insomma. Invece no. Bisogna allenarsi a guardarsi più dentro e a vivere nel presente, possibilmente non drammatizzando la vita più del necessario e rimboccarsi le maniche appena le circostanze ce lo permettono. Ti percepisco positivo e questo è tutto a tuo vantaggio 😉
Sto cercando di essere positivo il più possibile, proprio perché, come tu dici, so che i pensieri e il ostro stato d’animo influisce sulla nostra vita e modella la realtà che ci circonda.
Controllare i pensieri, comunque, non è sempre facile, soprattutto quando ci si deve liberare dalle limitazioni, credenze e idee che ci sono state inculcate negli anni.
Ma è un processo, di crescita, proprio come dovrebbe esserlo la vita stessa.
Anche le tue vibrazioni positive arrivano, sai? 😉
Certo, è vero… un conto la teoria e un conto la pratica. Ma appunto per questo, come dicevo, è bene allenarsi a pensare, a cercare parole positive anche per descrivere il negativo. Esempio: “Mi sento male” la frase contiene già una parola negativa, male. Ho imparato (dopo lungo allenamento) a dire: “Mi sento poco bene… passerà!” Credimi, funziona. Ovvio che se un tizio ti molla, di punto in bianco uno sganassone… Sei talmente stordito da pensare appena… ” Eh…?!… Cosa..? Chi sono, dove sono…? Cheee…??? Bestia che maleee!” E addio buoni propositi di positività… ma questa è un’altra storia… 😀 😀 😀
😃😃😃
Penso che a volte sia inevitabile, anche perché siamo per natura portati a pensare al peggio.
Ma ci vuole costanza, allenamento e prestare attenzione a quello che diciamo… o come lo diciamo 🙂
Concordo con te, l’istinto e l’impulsività, inizialmente prevalgono. Ci sono però due scelte, come in un bivio: il primo, ti porta a rimuginare in negativo sul negativo, come in un circolo vizioso, facendo montare rabbia e frustrazione. Il secondo, porta a riflettere sull’accaduto e, se non si ha nulla da rimproverarsi, si traggono ovviamente delle conclusioni, la rabbia lascia spazio alla perplessità che via via… sfuma, parlo degli ostacoli che costellano la vita di chiunque, le ingiustizie, etc. La cosa che può darci ulteriormente una mano ad attirare la positività è l’empatia, l’altruismo gratuito, senza secondi fini. Ho sentito dire da molti che, nonostante tutto, hanno sempre ricevuto porte in faccia e menefreghismo.Per molto tempo anch’io vedevo solo questo, Poi ho cambiato atteggiamento, quando ho la possibilità, continuo ad aiutare, specie moralmente chi ha bisogno. Non mi pongo più aspettative, so che quello che ho fatto o farò, lo sento davvero. A qualcosa può servire. Questa è la ricompensa, sentirsi utili, ma soprattutto umili nel dare.
Sono un decimo di un granello di sabbia, ma se solo posso nel mio piccolo, aiutare è una gioia, non sono più del tutto inutile. Questo comportamento, dovrebbe essere nella norma,
non sono più brava di nessun altro/a. La civiltà è soprattutto questa, progredire in tutti i sensi, soprattutto umanamente. La vedo dura da come vanno le cose, ma finchè il bene sovrasterà il male (e lo sovrasta alla grande) non tutto è perduto. … 3…2..1… Ecco il coro inferocito che urla… “Ma che stai blaterando… non vedi come va tutto male?!” Eh certamente… son tutti quelli che si lasciano fare il lavaggio del cervello dai notiziari… 1,2,3,4,… più volte al giorno le stesse “incoraggianti” notizie…! Ci sarebbe da approfondire… ma ti ho rubato abbastanza spazio.
Buon tutto! 🙂
Non mi hai rubato spazio, anzi me ne hai dato per riflettere.
Anche io la penso come te e cerco di aiutare o fare del bene al prossimo quando ne ho la possibilità (che poi, le possibilità, ci sono basta saperle vedere) principalmente perché mi fa stare bene e perché ho notato, a volte, che è contagiosa.
Credo che la gente vorrebbe fare del bene, ma è chiusa e resa scettica e diffidente anche dalle continue notizie che , credo volutamente, ci passano.
E penso veramente che bisognerebbe diffondere più messaggi positivi, più amore, più bene… ma un mondo migliore a chi interessa?
A noi, sicuramente, e nel nostro piccolo possiamo cambiarlo 🙂
Buon cammino anche a te 🙂
E’ come gettare dei buoni semi sul terreno fertile. Chi ne avrà cura, annaffierà e coltiverà le nuove piantine. Chi no, li ignorerà. Qualche piantina potrebbe nascere, ma senza nutrimento né acqua, a lungo andare moriranno. Ma nulla andrà perso, le piantine curate… da germogli potrebbero diventare ombra e riparo o sostentamento per molti.
Un passo alla volta, tutto può migliorare, evolvere in meglio.
E’ bello incontrare viandanti onesti e fiduciosi, lungo il cammino. 🙂
Bella la metafora, mi piace e rende perfettamente l’idea di come è e come dovrebbe essere.
Perché è vero, a seminare qualcosa si raccoglie 🙂
Mi ha fatto veramente piacere conoscerti e incontrarti su questo blog. Grazie! 😊
Grazie Manuel, lo stesso vale per me. Attraverso le tue foto e i tuoi post, ho potuto constatare una volta di più, che le persone autentiche esistono davvero e non sono così poche come si pensa, c’è chi ancora “osa” andare controcorrente, chi non si fa intaccare né intimorire dal fatto di essere considerato/a figlio/a dell’utopia. A lungo andare, le persone autentiche, faranno la differenza, non è solo una speranza, ma un dato di fatto.
Buon tutto Manuel! 🙂
Alcune persone autentiche mi hanno spronato a cambiare e andare dritto per la mia strada.
Nel mio piccolo cerco anche io d’essere d’esempio 🙂
Buon cammino anche a te, e grazie ancora di cuore ❤️
Queste persone sono preziose per te, ti hanno incoraggiato… Lo dicevo io che le persone autentiche esistono! 😉
Già 🙂
Grazie a te!
Quando avevo 20 anni un coeateneo (circa, forse aveva due-tre anni piu’ di me) disse “il cervello e’ il giocattolo piu’ bello che hai a disposizione”. Sante parole.
Già, se solo sapessimo usarlo…
😉
nessune e’ perfetto, ma parecchi se ne approfittano nel non usare il cervello… 😉
Purtroppo è vero…
Bellissimo e tremendamente vero. Da un anno sto lavorando sulla mia mente “da autodidatta” e la mia vita è cambiata imparando a dominare la mente. Bellissimo lo scatto del tramonto! Buona serata!
Grazie mille, e sono felice di sapere del tuo cammino verso una maggiore consapevolezza 😊
Scusa il ritardo nel risponderti, ma ero in viaggio 😉
Mamma mia! Mi riconosco in ogni tua parola. Bello ritrovarsi a osservare lo stesso orizzonte e riconoscersi in un lontano sconosciuto! Grazie della tua condivisione, molto generosa.
Grazie mille a te, Mary!
E scusa la risposta tardiva, ma ero in viaggio tra Italia e Polonia. 😊