Ambiente: Facciamo Qualcosa! / Enviroment: Let’s Do Something About It!

Ultimamente si parla molto di ambiente e nel mio ultimo post su Greta ho accennato al motivo per cui sono contento che se ne parli e che, forse, inizi a muoversi qualcosa.

Un cambiamento radicale è ancora lontano, ci sono ancora tanti, troppi interessi che si posizionano prima di quello della tutela ambientale.
Ma se cercare di far cambiare rotta a chi governa il mondo può sembrare una lotta contro i mulini a vento, credo ancora, forse utopicamente, che nel nostro piccolo tutti possiamo fare qualcosa per tutelare, salvaguardare e migliorare il piccolo pezzo di mondo in cui viviamo.

Faccio un esempio:

Nonostante in Svezia debba dire che c’è una cultura e un rispetto per la Natura da elogiare e da prendere ad esempio, purtroppo anche qui non mancano le dimostrazioni del grave impatto dell’uomo sull’ambiente e sugli animali.
Vi ho già raccontato del povero pipistrello impigliato in un filo di nylon, adesso vi mostro un cervo maschio con un cordino attorno alle corna ed un daino con un “non so che cosa” di plastica (sembra) che copre testa e palco.
Una mia amica fotografa mi ha mostrato la foto di un daino morto perché era rimasto impigliato e intrappolato in una reta abbandonata…
Orribile!

Quello che buttiamo in Natura non sparisce, il più delle volte non si decompone se non dopo molti anni, addirittura secoli, e finisce irrimediabilmente per inquinare il territorio e a nuocere a piante ed animali.
Per quanto pulito qui possa essere, quando vado in Natura finisco sempre con il racimolare mozziconi, carta, plastica, lattine, bottiglie… anche in luoghi frequentati da fotografi o birdwatchers che, in teoria, amano la Natura!
Il problema è che c’è ancora tanta ignoranza e, purtroppo, ancora tanto menefreghismo perché pensiamo solo al nostro piccolo mondo: casa pulita, macchina pulita e chi se ne frega del resto!
Ma quel resto si sta accumulando proprio fuori la nostra porta di casa, sta inquinando il nostro giardino. È così difficile da capire?

E non è ammissibile il discorso “ah, non sarà certo un mozzicone di sigaretta in più o in meno a fare la differenza se in Cina stanno avvelenando l’aria e in Indonesia stanno riempiendo il mare di plastica!” Perché sì, fa la differenza!
Perché se tanti, nel loro piccolo pezzo di mondo, inizieranno a fare qualcosa per ripulire e salvaguardare l’ambiente, quel piccolo pezzo di mondo inizierà ad allargarsi, ad espandersi.

E a poco a poco vivremo in un mondo più pulito!
O almeno lo lasceremo un poco più pulito per le generazioni a seguire…

Pensiamoci!
Facciamo qualcosa!

Questo slideshow richiede JavaScript.

Lately there is a lot of talk about the environment and in my last post about Greta I mentioned the reason why I am glad that finally someone is talking about it and that perhaps something is starting to change.

A radical change is still far away, there are still many, too many interests unfortunately considered more important than the environmental protection.
But if trying to change the course of those who rule the world may seem like Don Quixote struggle against windmills, I still believe, perhaps utopically, that in our own small way we can all do something to protect, safeguard and improve the little piece of the world we live in .

An example:

Although in Sweden I must say there is a culture and a respect for Nature to be praised and taken as an example, unfortunately also here there are obvious indications of the serious impact of people on the environment and wildlife.
I have already wrote about the poor bat caught in a nylon thread, now I show you a red deer with a cord around its horns and a fallow deer with a “I don’t know what” plastic (it seems) that covers head and horns. A photographer, friend of mine, showed me a picture of a fallow deer killed by a net it was caught and tangled in.
Awful!

What we throw in Nature does not disappear, most often it does not decompose until after many years, even centuries, and ends up irreparably polluting the territory and harming plants and animals.
However clean it may be here in Sweden, when I go in Nature I always end up gathering cigarettes-butts, paper, plastic, cans, bottles … even in places frequented by photographers or birdwatchers who, in theory, love Nature.
The problem is that there is still so much ignorance and, unfortunately, still so much indifference because we think only about our little world: clean house, clean car and who cares about the rest!
But that rest is piling up right outside our front door, polluting our garden. Is it so difficult to understand?

And saying: “ah, it won’t be a cigarette butt more or less to make the difference if in China they are poisoning the air and in Indonesia they are filling the sea with plastic!” Because it makes a difference!
Because if many of us, in our small piece of the world, begin to do something to clean up and safeguard the environment, that little piece of the world will start to expand.

And little by little we will live in a cleaner world!
Or at least we’ll leave it a little cleaner for the generations to follow …

Let’s think about it!
Let’s do something about it!


14 thoughts on “Ambiente: Facciamo Qualcosa! / Enviroment: Let’s Do Something About It!

  1. Il discorso è molto complesso e difficile da discutere prendendo le singole parti del problema ambientale. Ci ragiono da anni e anni. Ritengo che la soluzione non sia ripulire o raccogliere, anche se nella situazione in cui ci troviamo dobbiamo farlo, anche io lo faccio e penso che chiunque debba farlo. E chiunque debba lottare, scendere in piazza, e lavorare attivamente per limitare l’impatto negativo delle proprie azioni sull’ambiente.

    Il primo problema è che consumiamo troppo, tutti noi, anche noi che poi puliamo quello che crediamo siano gli altri a buttare in natura! Compriamo cose che non ci servono e poi quando non le vogliamo più ci mettiamo l’anima in pace dandole al second hand o regalandole o non so che. Dire che noi, da questa parte del mondo stiamo facendo qualcosa e loro dall’altra parte no, è ingiusto perché lo sappiamo tutti che gran parte delle cose che noi in questa parte del mondo usiamo sono prodotte nell’altra parte del mondo. Per non parlare dello sfruttamento dei lavoratori dell’altra parte del mondo, chiunque compra una maglietta per 2 o 3 euro è complice del sistema di inquinamento e sfruttamento, chiunque compra qualcosa chiedendosi come possa costare così poco sta sfruttando qualcuno. Ora chiediamoci, ho comprato io qualcosa del genere? La risposta credo sia sì! Scusate questo forse può sembrare un po’ fuori tema ma tutto è collegato, per questo come dicevo all’inizio è difficile discuterne.

    Il secondo problema è che siamo troppi e lo so che questo è un argomento delicatissimo e anche questo difficile da discutere e che nessuno ammetterà possa essere parte del problema, ma la verità è che se volessimo bene al pianeta dovremmo limitarci nel fare figli, facendo figli la situazione non migliora, intendo non quella del pianeta. Poi naturalmente la penso come il signor Franco Follini che ha commentato il post precedente, il pianetà riuscirà a cavarsela, saranno gli abitanti di esso che avranno la peggio.

    Ed è questo che la gente non riesce a capire, che il nostro benessere sta nel benessere del pianeta. C’è qualcuno che nel post precedente ha commenatto che i giovani sono il nostro futuro, io non lo credo e non ho mai capito questa frase che si dice e si ripete in continuazione, io credo che il nostro futuro è quello che noi stiamo combinando ora e purtroppo quello che combiniamo ora sarà anche il futuro per i nostri giovani perché quello che stiamo facendo scomparire dal pianeta con le nostre azioni probabilmente non ritorna nel futuro dei giovani di oggi. Se ogni singola persona riuscisse a capire questo allora credo si potrebbe fare qualcosa perché una cosa è certa, siamo tutti un po’ egoisti e se capissimo che l’unica possibilità di sopravvivenza per l’uomo sta nel benessere del pianeta allora il nostro egoismo potrebbe portarci all’azione.

    Però si sa che quando si parla globalmente, quando si parla del genere umano, si perdono i punti di riferimento, il discorso diventa troppo complesso e si ritorna al punto di partenza non sapendo esattamente quale sia la cosa giusta da fare.

    1. Sono completamente d’accordo con te su tutto quello che hai scritto e sul fatto che è un discorso lungo e molto complesso.
      Il problema è che l’uomo, da sempre, non si è mai adattato al pianeta terra ma ha sempre cercato di assoggettarlo, cambiarlo e sfruttarlo a proprio piacimento. E se il processo di distruzione ha subito un’accelerazione importante dalla rivoluzione industriale in poi, negli ultimi anni sta avendo un’impennata impressionante e, penso, abbiamo già raggiunto il punto di non ritorno: come sopra, anche io credo che ci estingueremo e che Madre Natura tirerà avanti lo stesso.
      Perché, come tu dici, così non si può andare avanti: siamo troppi e consumiamo troppo, è vero.
      Ecco perché, penso adesso più che mai, ogni piccolo passo può essere importante, iniziando dal consumare di meno, dal riciclare quello che consumiamo e ripulire il nostro orticello da chi, purtroppo, continua a non capire che quello che gettiamo in natura torna nei nostri piatti.

      Ma come tu scrivi, è un discorso complesso dal quale non se ne esce…

  2. Ciao Manuel, sono perfettamente d’accordo. L’italia è al primo posto in Europa per consumo di bottiglie di plastica e al terzo nel mondo, a quanto pare. I numeri sono astronomici, tanto alti da sembrare finti. Ma non lo sono. Non mi sembra che ci vorrebbe tanto a cercare, non dico di eliminare, ma almeno di ridurre almeno le bottiglie di plastica, no?

    1. Non sapevo di questi dati e sono allarmanti!
      E pensa che dove vivo io, in Scandinavia, le puoi riciclare (10 centesimi a bottiglietta, lattina, bottiglia in vetro, 20 per quelle grandi) e non ne trovi una in giro… non ci vorrebbe molto!

      1. Esatto. In Italia si consumano 8 miliardi di bottiglia all’anno. Miliardo più, miliardo meno… Davanti a noi, nel mondo, ci sono solo Messico e Thailandia, dove però circa la metà della popolazione non ha accesso all’acqua potabile. Speriamo veramente in un cambio rapido di atteggiamento…

Rispondi