Sabato scorso (11 marzo 2017) è stato il primo vero assaggio di primavera, almeno per noi qui in Svezia: sole splendente, cielo limpido, assenza assoluta di vento (cosa molta strana e rara) che ha reso le temperature intorno ai 9-10 gradi ancora più sopportabili e gradevoli.
Probabilmente l’inverno non ha ancora finito il suo corso, e freddo, pioggia e forse anche neve torneranno a disilluderci, ma il tepore di un caldo raggio di sole mentre si sorseggia il proprio caffè sul balcone di casa, con il cinguettio degli uccelli in sottofondo, è qualcosa capace di cambiare completamente l’umore per chi, come noi, è abituato a interminabili mesi grigi e freddi.
Ci siamo preparati quindi velocemente per uscire e abbiamo deciso di andare a fare un giro sulla costa, dopo tanto tempo.
L’itinerario prevedeva di passare per Helsingborg – che abbiamo trovato piena di persone in strada e nei parchi, tutti come usciti fuori dopo il lungo letargo invernale – per proseguire verso Höganas e raggiungere la penisola di Kullaberg.
Arrivati quasi a destinazione, visto che Lara dormiva ancora, abbiamo deciso di girovagare un po’ nei dintorni aspettando che si svegliasse. Seguendo l’istinto, abbiamo deviato per Arild, un paesino che si affaccia sulla baia di Skälderviken, dove, inaspettatamente, abbiamo trovato un fitto banco di nebbia che ha stravolto totalmente non solo il paesaggio, ma anche tutte le nostre aspettative di una passeggiata al sole di primavera.
È stata una piacevole sorpresa, ancora una volta Madre Natura è riuscita a donarci qualcosa di unico che ha reso la nostra giornata ancora più emozionante.
Dopo un paio di scatti veloci, con Lara che nel frattempo si era svegliata, abbiamo proseguito poi verso la nostra destinazione.
Salendo da Mölle, incantevole paesino appoggiato al promontorio che chiude sullo stretto di Kattegat, ed entrando la nella riserva naturale, la nebbia proveniente dalla vicina Danimarca, provava a salire e conquistare la terra svedese. Le prime propaggini di nebulosità si incuneavano tra gli alberi della foresta, mentre il sole e il cielo blu provavano a resistere e a non cedere terreno. La lotta diveniva così un’affascinante e poetico gioco di luci e ombre, di dettagli che si nascondevano e apparivano sempre diversi e mutevoli agli occhi.
Dopo qualche scatto veloce, abbiamo proseguito fino alla fine della strada che termina in un ampio parcheggio, che abbiamo trovato pieno di macchine e di persone che hanno avuto la nostra stessa idea.
D’altronde la riserva naturale, con i suoi sentieri e con la sua varietà e rarità di specie animali e vegetali, è molto conosciuta e frequentata, e il faro è una delle sue principali attrazioni.
La torre odierna è stata costruita alla fine del diciannovesimo secolo, ma ci sono tracce di precedenti fari già a partire da mille anni prima. Dall’alto dei suoi 78,5 m s.l.m poi, il faro di Kullaberg è il più alto della Svezia, il più potente della Scandinavia, ed è a guardia di acque altamente trafficate.
La vista che di solito si gode dalla sommità del promontorio è spettacolare, e oggi è stata resa ancora più fenomenale dal tappeto di nebbia che riusciva solo a lambire la frastagliata costa di sotto.
Il mare era calmo e, a parte le chiacchiere e le risa degli altri turisti, si respirava solo silenzio e una serena sensazione di pace e armonia.
Il sole comunque caldo, e solo sporadiche folate di vento, ci hanno permesso di assaporare ogni angolo di questo stimolante panorama, cercando gli scorci più interessanti per qualche fotografia.
L’umidità e quindi il freddo portato comunque dalla nebbia, ci ha poi fatto tornare alla macchina, non prima però di qualche passo nella foresta limitrofa, dove sole e nebbia continuavano instancabili il loro gioco.
Tornando indietro, siamo scesi verso Mölle per andare a gustarci almeno l’inizio del tramonto dal porticciolo dal quale, oramai, si vedeva chiaramente che il banco di nebbia aveva finalmente preso conquista della collina e del faro.
Avremo voluto fermarci più a lungo, aspettare di vedere la risoluzione di questa interessante battaglia dei due fronti opposti, di questa Svezia in veste primaverile, e dell’Inverno danese che provava a incalzare.
Ma avendo ancora un’ora di macchina prima di tornare a casa, per non affaticare oltre Lara, abbiamo deciso di rimetterci in viaggio.
Ancora una volta siamo partiti con delle aspettative e siamo stati invece catapultati in qualcosa di inimmaginabile, speciale e suggestivo.
Felici e soddisfatti da questa nuova esperienza, non possiamo che essere grati per averla potuta assaporare e vivere.
E rimane già un ricordo indelebile.
Last Saturday (11 March 2017) has been the first real hint of spring, at least for us living here in South Sweden: bright sunshine, clear sky, almost no wind at all (something very rare here) they all made the temperatures around 9-10 degrees even more bearable and pleasant.
Probably the winter is not done with us yet, and cold, rain and maybe even snow will return to disenchant us; but the heat of a warm ray of sunshine while enjoying a coffee on the balcony at home, with the birds chirping in the background, it can change completely the mood for those who, like us, are used to endless months of gray and cold.
We quickly got ready to go out, and after long time we decided to go for a ride by the coast.
We planned to drive through Helsingborg – which was full of people on the street and in the parks, it seemed as everyone came out after the long winter hibernation – to continue toward Höganäs and reach the Kullaberg peninsula.
Almost arrived at destination, since Lara was still sleeping, we decided to wander a bit around while waiting for her to wake up. Following our instincts, we diverted to Arild, a village overlooking the bay of Skälderviken, where, unexpectedly, we found such a dense fog which totally changed not only the landscape, but also all our expectations of a walk into the spring sunshine.
It was quite a surprise for us, once again Mother Nature has managed to give something unique which made our day even more exciting.
After a couple of quick shots, while Lara woke up, we kept on toward our final destination.
Driving up from Mölle, a small village leaning against the promontory overlooking the Strait of Kattegat, and entering the nature reserve, the fog from the nearby Denmark was trying to rise and conquer the Swedish land.
The first offshoots of haziness wedged between the trees of the forest, while the sun and the blue sky were trying to resist without giving up. The fighting became so fascinating and poetic, a game of lights and shadows, where everything became different than expected, shifting and dancing while playing into the fog.
After some pictures and a short walk, we continued till the end of the road where there is a large parking lot, which we found full of cars and people: on the other hand, the nature reserve with its paths and its variety and rarity of species, is very well known and visited, and the lighthouse is one of its main attractions.
Built in the late nineteenth century (but there have been here previous lighthouses for more than a thousand years), Kullen lighthouse is located at 78.5 meters above the sea level and is the highest in Sweden, the most powerful in Scandinavia, and it’s guarding highly trafficked waters.
Usually the view from the top of the hill is spectacular, and this time it has been made even more phenomenal by the layer of fog which was trying to reach the jagged coastline below.
The sea was calm and with the exception of the chatter and the laughter of the other tourists, we could enjoy the silence and a serene feeling of peace and harmony.
The sun was still hot, the wind was still mild, so we could enjoy every corner of this exciting landscape, looking for the most interesting views and spots for some pictures.
Then the moisture brought by the fog become too cold, too much for Lara, and we went back to the car, while in the neighboring forest the sun and fog continued their everlasting game.
We drov back to Mölle to stop by the harbor to enjoy the approaching sunset and we could clearly see that the fog had finally made the conquest of the hill and the lighthouse.
We could have stayed longer, waiting to see the end of this interesting battle between the two opposite sides, the Swedish spring against the winterly Danish front.
But having still an hour drive from home, we decided to move forward to not strain Lara even more.
Once again we planned something and we had some expectations, and instead we have faced something unimaginable, special and charming.
Happy and satisfied by this new and rewarding experience, we can only be completly thankful we could enjoyed it.
It is already an indelible memory.
la bellezza di queste immagini resterà sempre intrisa nell’anima vostra.
e anche nella mia che attraverso questo fantastico mondo ci ha fatto incontrare.
un po’ come gli inquilini della porta accanto, speciali, sempre attenti, e sorridenti.
Ho sempre pensato che le fotografie parlassero….ma soprattutto che profumassero di un profumo speciale.
sono quelle foto che raccontano e che di conseguenza lasciano una scia .
E non sempre la nebbia è un velo sugli occhi. La nebbia ha il suo dannato fascino..
…era tanto tempo che mancavo ….eccomi qui a dirti, a dirvi che vi abbracio forte per le emozioni, il sorriso, la gioia che ogni volta riuscite a regalarmi.
vi abbraccio con tutto l’amore possibile come si fa con chi ci è tanto caro.
a presto
vento
Cara vento, ancora una volta hai scritto qualcosa di stupendo, che accarezza e colpisce delicatamente noi, iö nostro cuore, la nostra anima.
Come in alito di vento fresco e profumato, arrivi anche qui
E allora la distanza non conta nulla
Grazie! Un abbraccione a te da noi, la nebbia e il mare ❤️
Ciao manuel, splendide foto e felice di trovarti.