Il Mondo Perfetto

Una passeggiata serale per Copenhagen, sotto braccio, per lei una scoperta, per me un ritorno dove ho vissuto una parte della mia vita. Tanto tempo è passato, tante cose cambiate. Sono cambiati i posti, sono cambiato io.

Venerdì sera, serata di festa per molti, in un certo senso anche per noi: cena al ristorante, poi cerchiamo qualche posto aperto per un paio di birre e magari qualche ballo. Perché no?

Non so per quale motivo, ma le chiese sono aperte: entriamo in una, candele accese, un silenzio che pesa dopo il chiasso ubriaco della vita li fuori. Un paio di ragazzine siede sulle panche, bevono caffè offerto all’entrata, si bisbigliano qualcosa.
Usciamo, la notte balorda ci colpisce subito: da un porticato udiamo strilli, poi un’orda di ragazzini che scappa, una pattuglia della polizia arriva subito dopo e prova a seguirne le tracce.
Camminiamo, io penso come una volta il venerdì, la folla, il casino mi esaltasse…adesso, neanche mezzanotte, e penso a tornare a casa e sdraiarmi sul divano, parlare, baciarsi…
Raggiungiamo la via principale, non abbiamo trovato nulla, rimane un posto a botta sicura.
Non capisco che succede: un altro gruppo di ragazzini, sembra che scherzano, poi parte il primo pugno, calci, uno in terra, altri scappano, altri arrivano, le ragazzine che provano a dividere o che incitano, il bullo di turno che tira un calcio in faccia a chi è già per terra.
Mi sale il veleno, vorrei intervenire e dare una lezione a chi ne avrebbe bisogno, ma di questi tempi è meglio farsi gli affari propri, che non sai neanche se a 14 o 15 anni vanno già in giro con le lame.
Altra gente passa facendo finta di niente, la polizia è a duecento metri cercando di capire cosa è successo in un’altra rissa, forse quella di prima, dall’altra parte del porticato.
Parlo con uno in borghese e partono sgommando andando alla ricerca di quei quattro o cinque codardi.
Noi proviamo a dimenticare e andiamo a ballare.

Qualche ora dopo, sul treno che ci riporta in Svezia, ripenso alla serata e faccio una strana connessione: mi vengono in mente le prove di coraggio, quei riti che sono utilizzati ancora oggi in molte tribù per segnare il passaggio dall’età infantile a quella adulta: momento sacro ed importante per il resto della comunità tribale perché comporta l’acquisizione delle responsabilità morali e sociali di un individuo adulto.
Nella società moderna non abbiamo più questi riti, li abbiamo dimenticati e dismessi, lasciando ai bambini la “libertà” di crescere e scegliere quando diventare uomini, se mai lo saranno, testando i loro limiti, provando diverse vie, scegliendo da soli le proprie responsabilità.

E mi torna in mente il tipo con cui abbiamo scambiato due chiacchiere al pub: gli piace ballare, ha attirato la nostra attenzione proprio perché ballava da solo e felice al centro della pista.
Ci ha detto che in un mondo perfetto avrebbe voluto fare il ballerino.

E prima di appisolarmi mi chiedo dove sia questo mondo perfetto..di sicuro non li fuori.
Forse lo possiamo creare solo dentro di noi e viverci dentro…


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