Tra Inferno e Paradiso

Leggevo qualche tempo fa, dove non ricordo, che per qualcuno il Paradiso e l’Inferno non sarebbero altro che quel veloce-infinito momento prima di morire, in cui uno rivede la sua vita e capisce se è stata vissuta al meglio o se è stata gettata via.
I nativi americani, invece, credevano che esistesse una rigogliosa e ricca terra di caccia dove ricongiungersi ai propri cari dopo la morte, ma non accettavano l’idea di un’inferno o di una punizione divina dopo il trapasso, in quanto questo era già stato vissuto e subito da chi non aveva saputo vivere al meglio la propria vita.

Nonostante gli insegnamenti cattolici ricevuti da piccolo mi spingano, a volte inconsciamente, a pensare ancora che possa esistere un aldilà, non credo che ci sia qualcosa dopo la morte e penso anche io che il Paradiso o l’inferno uno se li costruisca durante la propria esistenza.
Ma penso anche che sul punto di morte, la visione della nostra vita dipende molto dalla situazione del momento e dell’ultimo periodo che abbiamo vissuto.

La vita è fatta di ombre e di luci, di un’altalenarsi di gioie e dolori, euforia e disperazione che modellano i nostri pensieri su quello che abbiamo o non abbiamo fatto, e che accentuano le nostre soddisfazioni o i nostri rimpianti.
Andando avanti con gli anni, almeno personalmente, si riesce a controllare meglio questi sbalzi d’umore e si vive in una condizione, se non proprio di felicità, almeno di benessere. Abbiamo imparato a conoscere le cose che ci fanno stare bene, i trucchi del mestiere di vivere, ma spesso si ritorna a pensare a quanto fatto e si tirano le proprie conclusioni. Ogni volta diverse, magari a distanza anche di poco tempo.

E ci si può sentire euforici per aver vissuto pienamente la propria vita, averla resa un viaggio indimenticabile, un capolavoro. Oppure ci si rammarica di scelte sbagliate, di aver sprecato questa opportunità, di aver gettato al vento tutto quanto, di non essere mai partiti veramente.

Quale sarà il nostro ultimo pensiero? Inferno o paradiso?


4 thoughts on “Tra Inferno e Paradiso

  1. …di non essere mai partiti veramente… Questo potrebbe essere l’inferno. Qualsiasi scelta fatta, giusta o sbagliata, deve avere il sapore della ‘partenza’. Siamo solo noi che dovremo autorizzarci a vedere questo. Il Paradiso non è nelle scelte giuste o nel benessere tout court, ma nella sensazione di ‘partire’ verso noi stessi. Bene o male. Indipendentemente dal risultato.

    Buon proseguimento, Manuel…:-)

    1. Prima di tutto grazie Roberta 🙂

      In un certo senso lo penso anche io. bisogna muoversi, bisogna partire. il problema sorge quando ti rendi conto di non essere arrivato alla destinazione che immaginavi o di dover tornare indietro. E allora li c’è il pericolo dello stallo, dei rimpianti.
      Ed è li che bisogna trovare la forza per rimettersi in cammino…

      Buon viaggio anche a te 🙂

  2. Discorsi importanti, stavolta! Non mi chiedo più cosa ci sia dopo la morte, imparo ogni giorno a vivere la vita, perché è una e ogni attimo che abbiamo da spendere non si ripeterà. Comunque vada, so che ho fatto e sto facendo di tutto per godermi il mio personale benessere. E se il Paradiso può voler dire pace interiore e soddisfazione e serenità d’animo, allora dico Paradiso. Tutta la vita… e anche per la prossima!

    1. Ciao Dani

      certo, il Paradiso tutta la vita se si potesse scegliere…ma forse per rrivarci bisogna pssare prima l ‘inferno e il purgatorio,,,magari in questa vita ci riesci, magaria qualcuno ne servono di più…chissà.
      Ma bisogna sforzarsi e continuare a provare: il Paradiso non può attendere 🙂

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