Leoni da tastiera

Amore-odio: questa la relazione che ho, da un po di tempo, nei confronti di internet e del mondo virtuale.
Si perché, se da una parte non posso negare l’utilità e la necessità di rimanere collegati, (come scrivevo qui), dall’altra sono sempre più contrariato, allibito e schifato dalle sorprese e dagli incontri che si fanno navigando,oppure la merda, la falsità e l’ipocrisia che circola su social network, forum o siti in generale.
Sarei ipocrita io stesso però se volessi elevarmi a paladino puro e duro che vorrebbe un ritorno alle origini, a un mondo meno virtuale e più reale (almeno per quanto riguarda i contatti umani veri e propri), ma ci sono cose che, almeno personalmente, sono sempre più difficili da accettare, e quindi da conviverci.
Il discorso di questo mio amore/odio verso internet è vasto, e racchiuderlo tutto in un unico post sarebbe complicato, lungo, e finirebbe con l’essere confusionale.
Per questo cercherò di spiegarmi in diversi articoli, senza una scadenza precisa, ma solo seguendo l’altalenarsi dei miei contrastanti pensieri.

Il motivo che mi spinge a iniziare questa serie di articoli, è dovuto ad una discussione avuta un paio di sere fa su Facebook: una discussione come successo in altre occasioni, questa volta si parlava di calcio, altre volte di politica, di cronaca, di tendenze e così via.
Da un punto di vista mi ricordano un po le discussioni da bar, quando ti trovi a coinvolgere, o essere coinvolto, con persone che neanche conosci. Solo che al bar le persone le guardi in faccia, le espressioni usate sono chiare e dirette, ci si guarda negli occhi e ci si prende le responsabilità di quello che si dice.
Su internet no, ci si nasconde dietro la tastiera e la lontananza o la maschera di nomi e nick falsi (d’altra parte avevo già raccontato di gente che ti augura la morte solo perché hai vinto una partita a scala 40..e neanche per soldi veri – qui).

Non sono mai stato un tipo rissoso, o comunque per la violenza gratuita. Non sono neanche stato mai un picchiatore, ossia uno che passa alle mani perché sa di saperle usare bene, anzi…
Ma sono uno a cui piace difendere le sue ragioni, discutere e assumersi le responsabilità di quello che si dice, che a volte ha preferito prendersi una bella scarica di “sganassoni” piuttosto che scappare ed essere poi costretto a confrontarmi con il mio orgoglio ferito.
Nelle discussioni da bar, o da stadio o di strada, spesso ho visto passare alle mani per un offesa di troppo, o per un bicchiere di troppo, o solo perché qualcuno non poteva altrimenti difendere le proprie ragioni. Non trovo niente di male in una sana scazzottata, a volte forse è addirittura inevitabile; cerco solo adesso di evitarle il più possibile, un po perché, alla soglia dei 40, vedi le cose differenti, un po’ perché non sai adesso chi hai davanti e soprattutto quello che può avere in tasca…ma questo è un altro discorso.

Torno alla discussione dell’altra sera, centinaia di persone coinvolte, si creano subito due gruppi, i toni aumentano e così gli insulti gratuiti.
Come dicevo prima, mi piace discutere e confrontarmi sulle cose, sulle idee e sulle visioni delle cose, e cerco di mantenere il livello della discussione su toni, animati si, ma mai volgari o offensivi. Posso mandare a quel paese una persona che conosco, e mi conosce, ma scagliarmi gratuitamente contro un nome e una persona che non conosco, magari senza una faccia, lo trovo codardo, stupido e “coatto”.
Sono i cosiddetti “leoni da tastiera” gente che, nascondendosi appunto dietro un anonimo computer e tra la massa di migliaia di persone nel web (o sul forum, sul social network eccetera), scaglia il sasso e nasconde la mano.
Di solito, quando vengo ad essere bersaglio di insulti e auguri di morte o sofferenze varie, vado subito a controllare – qualora accessibile – il profilo dell’altra persona e – dove possibile – contatto in privato.
Lo so, la prendo forse troppo sul personale, ma cerco solo di capire se, chi si permette di alzare la voce, lo fa perché ne ha la possibilità (arroganza, cattiveria…) o solo perché è sicura e difesa tra le proprie mura domestiche. Così mando un messaggio privato, non per restituire gli insulti, ma solo per cercare di capire se, la persona in questione, sarebbe disposta a confrontarsi di persona e se, a quattr’occhi, si permetterebbe di dire le stesse cose.
Lo so, sembra una minaccia, e forse sarà per questo che nessuno risponde ai messaggi: ho avuto persone che mi hanno bloccato, chi ha detto di denunciarmi alla polizia postale, di mettere il tutto in mano agli avvocati e cosi via..

Perché ci si nasconde dietro un computer per essere quello che non si è nella realtà?
Per sfogarsi dei soprusi subiti ogni giorno contro i quali non ci sa ribellare? Per sfogare le proprie frustrazioni?
Quanti amici, o persone che conosciamo, mostrano su internet una parte di loro che non conoscevamo?
Sono loro stessi o stanno fingendo?
Sono leoni nella vita, o solo leoni da tastiera?


4 thoughts on “Leoni da tastiera

    1. ciao Chiara…i finti leoni ci sono sempre stati, solo che l’invisibilità di internet ne aumenta le audacie…
      A Roma, dove sono cresciuto, girava il mito “chi mena per primo mena due volte”, e penso che ci sia ancora gente che si lecca le ferite per cinque minuti di boriosità ..
      purtroppo questa realtà parallela, con personaggi e scale dei valori reinventate di continuo, non riesco proprio ad accettarla …

  1. Beh, io non lo farei mai di contattare in privato certi individui, e non mi stupisco che tu non riceva risposta: ti sembrano persone portate per il dialogo e un sereno e distensivo scambio di opinioni?

    1. ma, secondo me sono queli che nella vita “abbozzano” sempre e che si danno un tono proprio dove sanno di non poter correre pericoli
      è il discorso della falsità, solo uno delle tante sfumature dello stesso problema e di cui parlerò andando avanti
      Come ho scritto, non contatto per minacciare, chiedo solo gentilmente se possono discutere senza offendere …il solo contattarli in privato li fa già cambiare tono, a dimostrazione di quanto ho scritto sopra…

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