Felicità

Ultimamente, sui canali svedesi, sta passando una campagna pubblicitaria che, tra le decine di falsità cui ormai siamo abituati, personalmente non disprezzo.
È di un fondo di investimento pensionistico, e in uno spot si vede uno spettatore seduto in un cinema, cui viene proiettata la propria vita sullo schermo, partendo dall’infelicità di un momento (lavoro perso, relazione finita..) al coronamento dei propri sogni (il lavoro sempre sognato, la storia d’amore definitiva ecc) quando l’uomo è visibilmente invecchiato.
Nell’altro spot si parla di come la visione della vita che abitualmente abbiamo sia sbagliata, ossia l’idea che la nostra esistenza sia un arco, dove l’apice si trova tra i 35 e 45 anni, per poi irrimediabilmente iniziare a cadere andando avanti con gli anni.
Uno studio, invece, dice che le persone sono in media più felici a 70 anni che a 40, cancellando quindi quell’arco per sostituirlo con un andamento ascensionale della nostra esistenza.
Non so quanto questo studio possa essere vero (sicuramente il fondo pensionistico che lo riporta è di parte), ma mi ritrovo a condividere, o perlomeno comincio a interrogarmi se, davvero, invecchiando non si diventa più felici.
Ci pensavo circa un mese fa: un sabato notte mi sono alzato alle 3:00 e verso le 4:00 sono partito direzione nord per cercare di andare a fotografare le alci (cosa tra l’altro non riuscita).
Centocinquanta e passa chilometri di strada in solitaria, io e i miei pensieri. La luna Piena e la nebbia a banchi disegnavano momenti di poesia e sottolineavano i miei pensieri.
L’ipod decise di passare “Felicità” di Lucio Dalla, e incanalò i miei pensieri verso quella direzione.
“Sono felice?” mi chiesi, senza trovare risposta; ma dentro di me avvertivo, come da un po’ di tempo a questa parte, una sensazione di benessere.
Forse non è vero che la felicità scappa e fugge via, come canta Lucio; forse la visione della felicità non quella che avevo nei miei anni ruggenti, quando volevo e cercavo i suoi picchi, attimi che spazzassero via tutto il resto.
Forse la felicità è la pace e la tranquillità che si prova, la sicurezza accumulata, l’aver smesso di combattere tutto e tutti. Forse la felicità è guardare alle domande di una vita da un angolo diverso e accettare il fatto che non sempre ci possono essere delle risposte.
Forse essere felici significa anche essere finalmente sceso a compromessi con quel mondo che una volta non si accettava o, addirittura, si ripudiava.
Forse essere felici è accontentarsi, rallentare e godere il momento, cosa impossibile quando mi costringevo a correre per andarla a cercare in ogni posto. E poi ancora altrove e altrove e altrove…
E allora si, sono felice e soprattutto accetto di esserlo senza chiedermi troppo il perché.
E non mi chiedo più se la mia vita avrà un finale come speravo, ma ne sono quasi sicuro.
E allora forse è questo il motivo, per cui, andando avanti con gli anni si può essere sempre più felici …


11 thoughts on “Felicità

  1. Secondo me si è felici quando si trova del buono in quel che si ha, ma si è ancor più felici quando continuano i sogni e ci si impegna nel realizzarli 😀

  2. Sì, credo che sia così. Perlomeno, questa è la mia esperienza ad oggi… Sulla vecchiaia, dipende molto anche dalle condizioni fisiche in cui ci arrivi… Non direi che, in assoluto, la curva sia sempre ascendente…
    Ma quello lo vedremo se avremo la fortuna di viverlo!
    Ciao Manuel e goditi la tua attuale felicità! 🙂

    1. ciao Chiara
      sicuramente la salute è importantissima, ma credo, e voglio sperare, che la salute dell’anima abbia almeno una fase ascendente.
      Tranquilla, mi sto godendo la mia età e la mia felicità

  3. Ci sta eccome Manuel. Forse sentirsi felici e’ proprio questo. Smettere di migrare attorno ai nostri quesiti e ansie di trovare posti e risposte e persone. Grazie per lo spunto di riflessione.

    1. Sì, molto belle e vere le tue parole Manuel!
      Poi credo che più che mirare a raggiungere quei “picchi” di felicità di cui parli (ben vengano, naturalmente, ma sono brevi o brevissimi per loro natura), sia meglio mirare alla serenità e alla pace (molto più durature) con se stessi (anzi soprattutto con se stessi che poi con gli altri viene quasi di conseguenza) e godere di più di quel che si ha e del momento presente.
      Con la consapevolezza che qualsiasi età ci può regalare momenti felici e sereni, ma invecchiando si apprezzano di più.

      Che sia una bella giornata, con un sorriso
      Ondina 🙂

      1. si, forse perché si smette di correre e di cercare la felicità altissima in mille posti differenti
        non si tratta di accontentarsi (mai smettere di cercare il meglio) ma la gratitudine che dobbiamo avere per quello che abbiamo ora, aiuta di certo a godere di più il presente..e il futuro
        buona giornata anche a te

  4. Bei pensieri e bella domanda, insieme a quella sulla morte (dove andremo?) è quella più diffusa. La felicità, che già è difficile da definire, è il diritto cui l’essere umano ritiene di poter aspirare solo per il fatto di essere vivo sulla terra. Tutti la cerchiamo qui, in una visione estremamente materialistica della vita. Quando racconti di te, sveglio alle 4 della mattina per cercare alci, ecco, quella era felicità, un soffio di felicità. Di una cosa sono certa. Se non vogliamo fallire ed essere delusi non dobbiamo pensare ad uno stato di beatitudine perenne ma a piccoli momenti come quello. In vecchiaia si è più felici? Mah, forse più consapevoli dell’importanza di vivere un giorno in più. Da giovani meno felici? Mah, forse meno consapevoli che la vita è un gran dono non scontato. Forse la mezza età è la migliore perché, semmai, ti consente ancora di “correggere il tiro” mentre da “vecchio” non puoi che tirare le somme e lì, spesso, son dolori. Un saluto.

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