L’ago della bilancia

Devo perdere qualche chilo.
Non che stia seguendo una dieta ferrea e mortificante, ma sto un po più attento a quello che mangio e faccio un po di corsa e lunghe camminate.
Da quando il metabolismo giovanile mi ha abbandonato (a dire il vero sono stato fortunato, solo un paio di anni fa’) è l’unica soluzione se si vuole restare in forma.
Prima, con qualche ora di palestra, potevo perdere fino a tre chili dal lunedì al venerdì, per poi riprenderli il week end quando mi affogavo in fiumi di alcool e succulenti pranzi nei fast-food, solitamente all’alba.
Poi, nonostante abbia abbandonato quel tipo di vita balordo, i chili hanno iniziato ad aumentare senza volerne sapere di scendere, e alla soglia dei 40 mi sono ritrovato con 7-8 chili in più rispetto a dieci anni prima.
Non che sia un grosso problema, sia ben chiaro, ma si ha comunque la sensazione di non essere in forma, e soprattutto ti ritrovi a buttare vestiti cui una volta eri affezionato.

L’ho presa alla larga per arrivare a quello che ho pensato stamattina.
Ho raggiunto il minimo peso da circa due anni a questa parte, e non nascondo la mia felicità e soddisfazione.
Poi mi è balenato in testa un contorto pensiero: e se la bilancia stesse mentendo? Cioè: e se la bilancia fosse tarata male, con uno scarto di un paio di chili?
Due o tre chili in più, o in meno, non fanno la differenza, eppure spesso ci aggrappiamo a questi come a l’unico appiglio possibile per ritirarci su e tornare a credere più in noi stessi, o soltanto, a volerci più bene.
Due o tre chili diventano allora il limite assoluto, la nostra barriera che ci ingabbia in una situazione di insoddisfazione e, a volte, di insicurezza.
Troppo spesso ci dimentichiamo che, prima di tutto, la nostra bellezza deve venire da dentro, dai nostri pensieri e dalla fiducia che sappiamo darci, magari con piccole bugie come quella della bilancia.
Non importa nulla come appariamo fuori se non ci sentiamo belli e in forma dentro.
Ecco perché c’è stato un periodo in cui sentivo di poter avere tutte le donne del mondo, e magari dopo un mese mi vergognavo ad andare a comprare le sigarette, figuriamoci ad avvicinare una ragazza.
Qualcosa dentro di me era scattato, una reazione a catena che aveva distrutto la mia sicurezza e la mia situazione di benessere, interiore ed esteriore.
E allora inizi a trovarti i difetti, le cose che vorresti cambiare di te stesso, quando dovresti solo imparare a cambiare i tuoi pensieri e a volerti bene un po’ di più.

Ho imparato questo nel corso della vita.
Ho imparato a convivere con i miei difetti esteriori e quelli interiori.
Ho imparato ad accettarmi.
Ho perfino imparato che anche quelli che appaiono sfrontatamente sicuri di se, soprattutto le donne, hanno tanti complessi che si portano appresso come pesante fardello.
Ho imparato che non servono diete o trattamenti estetici come bisturi o liposuzioni o quello che volete…
Ho imparato che siamo sempre gli stessi, ma solo la luce che proviene dai nostri pensieri ci fa apparire diversi…
Ho imparato che basterebbe solo accettarsi di più e volersi più bene..


13 thoughts on “L’ago della bilancia

  1. In effetti è così. Ma i percorsi a volte sono complicati: si parte dal fuori per arrivare dentro, altre volte invece si parte dal fuori e fuori si rimane. Ma anche un dentro che non riesce a venire fuori crea problemi. Dobbiamo continuamente cercare l’equilibrio possibile fra dentro e fuori.
    Combatto col metabolismo rallentato (che nel passaggio dei 50, ahimé, peggiora ancor di più) e comprendo bene le emozioni che girano intorno all’ago della bilancia. Stare a dieta e fare un po’ di attività fisica fa star bene anche psicologicamente perché allinea il dentro col fuori, e alla fine credo sia quella la cosa più importante.
    Ciao, Manuel!
    Chiara

    1. Quello senz’altro Chiara, lo stare bene fisicamente È importantissimo per stare bene dentro….e viceversa.
      Avolte però basterebbe accettarsi di più senza fissarci dei limiti ridicoli come possono essere appunto i due o tre chili …lo dobbiamo a noi stessi, e non per gli altri
      Ciao

  2. Saggio consiglio,me lo ripeterò come un mantra…quando guarderò l’ago della bilancia o vedrò una nuova rughetta sul viso : )
    Buona serata

  3. Hai perfettamente ragione Manuel. Tutto dipende un po’ dagli occhi con cui decidiamo di filtrare la realtà. Ho letto tanta verità nel tuo post e ogni volta mi rendo conto di quanto, da certi punti di vista, siamo simili. Beh…tu sei un po’ più saggio…. 🙂

    1. Addirittura saggio…
      No. cerco soltanto di darmi delle risposte ad alcune delle tante domande sul senso delle cose…chissà che non aiuti anche altri a trovarle
      Comunque, visto che anche io sento questa affinità con il tuo blog, lo sai che non appari più nel mio reader?
      È perché scrivi meno o è un qualche bug del sito?
      Ciao Fabio

      1. Da buon saggio, neghi di esserlo. Bravo, fai bene. Chi si loda si imbroda!
        Vero…deve essere successo qualcosa di strano….una punizione divina per aver abbandonato il mio amato blog e i miei amati lettori…pensa….addirittura mi sono trovato i tuoi commenti pending da approvare!!! Un caro saluto e a presto! Fabio

  4. il senso delle cose….
    che poi si lega benissimo al post sulla fortuna….
    Non facciamo parte di quel mondo che è l’apparire, ma facciamo parte di quel mondo che è l’essere.
    Potremmo discutere all’infinito e raccontarci un sacco di aneddoti…ne ho parecchi, forse troppi…alla fine è sapersi voler bene…ed è fondamentale per vivere.
    …mi confermi ogni volta la mia tesi: sei troppo Tenero …. 🙂
    voglio abbracciarti come intendeva l’abbraccio il carissimo Leo Buscaglia…ecco!
    v.

  5. A dir poco vero quello che scrivi. Con le persone adotto spesso la regola del contrario, nel senso che se vedo una persona che appare troppo sicura di sé è perché gioca con maschere per nascondere le proprie debolezze e così via. Mi piacciono molto queste due frasi:
    “Ho imparato che siamo sempre gli stessi, ma solo la luce che proviene dai nostri pensieri ci fa apparire diversi… // Ho imparato che basterebbe solo accettarsi di più e volersi più bene”, le trovo estremamente d’impatto. Aggiungerei anche che non tutti sono capaci di leggere la nostra luce e avranno pur sempre un’immagine distorta di noi, ma per l’appunto noi ci dobbiamo voler bene e poi il resto arriva.
    Un saluto Manuel!
    Andrea

    1. Ognuno di noi porta una maschera, chi più chi meno, a volte per scelta a volte costretti dalla società…
      Volersi bene significa anche avere il coraggio di gettare quella maschera, perché finalmente liberi dai nostri e dai giudizi degli altri.
      E alla fine noi siamo le prime persone a cui dobbiamo piacere e voler bene…le altre arriveranno
      Ciao di nuovo Andrea!

Rispondi