20 secondi

Qualche anno fa, ad un corso che ci fecero fare al lavoro, ci parlarono anche del linguaggio del corpo e di come questo sia importante nei rapporti interpersonali (in quel caso era per studiare il nostro rapporto con i membri dei nostri team).

Ricordo che mi rimase impresso il venire a  conoscenza del fatto che, sembra,  i primi 20 secondi quando si incontra  una persona per la prima volta, costruiscono l’80% dell’idea che quella persona si farà di noi (e viceversa), e che ci vorrà molto tempo per cambiarla se mai si decidesse di approfondire la conoscenza in futuro. In quel momento, senza rendersene conto, leggiamo ogni singolo movimento dell’altro individuo, assimilando ciò che percepiamo per poi catalogarlo in diversi tipi di sensazioni.

Allora, nonostante abbia usato questa nozione per affrontare diversamente alcune occasioni (mi riferisco ad esempio a colloqui di lavoro, ad incontri sociali importanti, oppure quando si vuole fare subito una buona impressione), mi sono posto delle domande: quante impressioni sbagliate ci facciamo della gente che incontriamo? E quante ingiuste idee avranno gli altri su di noi?

Penso che capiti a tutti di camminare per strada e guardare le altre persone facendosene un’idea; d’altronde sembra normale “percepire” la timidezza o la sicurezza di un’altra persona, oppure la simpatia, l’allegria, la tristezza e così via.

Penso anche che capiti a tutti di avere alti e bassi nella vita, legati a problemi più o meno seri che incidono sul nostro umore, e quindi sul nostro linguaggio del corpo, sfociando poi nel messaggio che diamo a chi ci circonda.

Ma allora, quanti messaggi sbagliati diamo, o riceviamo, nel corso della nostra esistenza?

E in questo altalenante meccanismo, a quanto sembra autonomo, come fare per andare al di la di queste barriere che noi stessi poniamo tra noi e gli altri?

Ed è meglio essere se stessi, nel bene e nel male, o mascherarsi per dare così un’impressione bugiarda di noi?

Un detto dice “non c’è mai una seconda opportunità per una prima volta”, ma nel bene o nel male, quella prima volta che conta veramente, voglio essere me stesso…


42 thoughts on “20 secondi

  1. bello, interessante e offre diversi spunti. è “la prima impressione” che ci facciamo tutti. è una forma di pregiudizio il non cambiare idea quando si conosce meglio la persona. forse una forma di “pigrizia”.

    1. forse più che pigrizia è proprio difficile, quando ormai abbiamo assimilato le informazioni e messo una persona dentro “una scatola”.
      Certo che si può cambiare idea, ma forse ci vuole tempo

  2. Io credo che sia meglio essere se stessi, ma è anche fondamentale essere consapevoli delle proprie emozioni e del contesto in cui si è. Intelligenza emotiva ed intelligenza sociale. Se sei depresso e devi andare ad un colloquio di lavoro, non puoi mostrarti depresso. Non ti prenderanno mai. Devi cercare di trovare risorse dentro di te, per essere autenticamente un po’ meno depresso al colloquio. La questione è complessa. Perché poi, cosa vuol davvero dire “essere se stessi”? Siamo pieni di sfumature e di ambivalenze, siamo contradditori. Posso essere depresso ma avere parti costruttive da mostrare al succitato colloquio. Oppure: sono più me stesso se esprimo in modo diretto la mia rabbia dando una sberla al mio interlocutore? Sono meno me stesso, o più falso, se trattengo il mio impulso e mi impongo ragionevolezza e calma che non provo, mentre lo manderei volentieri a quel paese?
    Che dire di quelle persone (spesso donne) che dicono: “io sono diretta, dico quello che penso.” Sono se stesse? Sì. Ma mostrano anche un’incapacità relazionale, una mancanza di empatia.
    Hai sollevato una questione interessante…
    Ciao Manuel!

    1. E tu come sei riuscita ad approfondirla molto..
      Effettivamente, quando siamo noi stessi veramente? e quali siamo veramente?
      Difficile da capire, e in questo modo diventa ancora più difficile capire gli altri
      Ciao Chiara

  3. E’ affascinante la lettura dei messaggi del corpo (che non mente mai) anche se non è impresa facile, anzi tutt’altro.
    Già gia, molto interessante la tua riflessione
    Buona giornata, ciao
    Ondina

    1. Si, molto affascinante.
      Penso che, senza rerndercene conto, mandiamo segnali forti, come gli animali, e come loro li riceviamo e li leggiamo decidendo poi il nostro comportamento: attaccare? difenderci? lasciarsi avvicinare?
      Ciao Ondina, buona giornata a te

  4. La mia risposta è: essere sé stessi, tutta la vita. Dall’altra parte, però, essere sempre consapevoli del fatto che ogni nostra singola azione porta a conseguenze, indipendentemente dal fatto che esse siano belle o brutte. Buona giornata Manuel. 🙂

    1. Ciao Fabio, assolutamente d’accordo con te…anche se poi, come accennava Chiara sopra, ci sarebbe da capire chi siamo veramente, e quanti siamo…ma quello è un altro discorso 🙂
      Buona giornata anche a te !

  5. com’è difficile questo post!!!
    Te ne potrei dire tante..meglio che me ne sto zitta 🙂
    Le regole valgono ma sono fatte per essere infrante.
    …..e che idea vale se la persona che vedi è in fotografia?
    gli americani c’hanno fatto degli studi, ma mica mi ricordo!
    So che il nik che si sceglie ha un suo significato quasi sempre giusto…
    ma io mica ci credo…e nonostante tutto, il mio nik è verissimo!

    Ciao manuel, come va?
    son mancata un po’ .Son qui con oltre 6000 mail da sbolognare…
    Avevo avversione alla posta…ma devo cercare la prenotazione di un volo , s’è nascosta a sommo studio, perchè non la trovo!!!!!!!!!
    maledetta posta.

    te sei una persona molto garbata, di questo ne son sicura.
    ciao bimbo.
    vento

      1. stesso tempo..uhmm..vediamo!
        ..un altra cosa: sarà la tua foto ma a me ricordi un bel film…
        di quelli americani…che da bimbetta mi facevano sognare!

  6. con questo post apri la porta per un dibattito lunghissimo.. che non finirà mai
    ma dove sei finito?
    è l’ora di tornare a scrivere buddy
    mi manchi

      1. Io è te dobbiamo scrivere qualcosa a 4 mani prima o poi
        E anche incontrarci
        Le cose belle devono essere portate all infinito

      2. vieni in Svezia, subito !
        Comunque non sarebbe una brutta idea, quella di scrivere a 4 mani…mi ritrovo molto in quello che scrivi (e quello che pensi) e te l’ho già detto che mi piace il tuo stile
        Vediamo se tu a 50 anni e io a 39 non riusciamo a “svoltare” 🙂

  7. chiedo scusa, spero di non ripetermi (non ho letto tuti i commenti), ma è certo che il corpo parla e non mente, mentre le parole possono farlo. Anche chi riesce a controllarsi al meglio, da un attento osservatore sarà svelato (una tra le utili letture a chi può interessare l’argomento è proprio “Il linguaggio del corpo” di Alexander Lowen). buona serata

    1. non devi scusarti, anzi grazie per l tuo passaggio, per il to commento e per il tuo suggerimento sul libro.
      Quindi forse le parole “dopo” la rpima impressione possono essere solo bugie? interessante, sarebbe da approfndire
      buona serat anche a te

      1. sicuramente da approfondire (come si dice “a bravo intenditor poche parole” io trasformo “a bravo osservator pochi movimenti”) 😉

      1. Sono dell’idea, Manuel, che ognuno impara dalla vita quel che ha trovato nel libro della vita, della sua vita . Non esiste una regola “pro omnibus”

        Dona

  8. Eccomi!!!!! Bellissimo argomento 🙂
    Non sapevo di questa teoria, pur mettendola in pratica per natura 😀
    Credo che si riferisca alle caratteristiche di base delle persone, non a quelle che tu giustamente dici “possono esser influenzate dall’umore”. Esempio personale: sono timida, e questo credo si percepisca in meno di 20 secondi, magari potrò essere una timida incazzata o una timida allegra, ma sempre timida rimango ;9 Trovo sia tutto molto vero.. Un bacio!

    1. Si forse non è che sia questa grande novità, ma non pensavo che la percentuale fosse così alta. Poi, come dici tu, il carattere o l’indole delle persone non si può mascherare del tutto…ma una timida allegra è più piacevole da guardare che una incazzata 🙂
      Un abbraccio

      1. Lo sono quasi mai fino in fondo…ma se lo sono, allora perdo tutto il tatto del mondo…e divento una creativa della polemica e della rabbia… E questo è quello che mi frega 😉

      2. Ah beh…se scrivi per lavoro sei fortunato…sarebbe un vero sogno…io scrivo per passione da una vita (non solo poesie), e sarebbe bello invece poterlo fare non solo nei ritagli di tempo. Poi tu vivi in un posto che immagino aiuti molto la creatività…

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