“Er popolo cojone”

Non ho seguito il pre-elezioni.
Non ho votato.
Non seguirei neanche il post-elezioni se non fossi costretto da commenti, articoli e link vari sui social network.
Chi accusa chi ha votato questo, chi accusa chi ha votato quell’altro. Tutti a puntare l’indice su chi, dall’altra parte del fiume, sarebbe la causa della malsana situazione italiana.
Niente di nuovo, come i nomi noti dei soliti politici che sento girare da anni (a parte qualche novità).
Eppure, quando di solito si chiacchiera di polititca – quando lontano dalle elezioni i toni sono più rilassati – è comune la convinzione che “tanto sono tutti uguali” o “tanto chi va su va su, ma per noi non cambia nulla (sempre in quel posto ce lo mettono)”.
E allora mi chiedo perchè tanta enfasi adesso per una nuova elezione che non promette e non comporta assolutamente nulla di nuovo.
Le stesse facce, lo stesso riciclarsi, rifondare coalizioni smembrandone altre per creare, forse volutamente, confusione.
E poi i siparietti delle interviste dove nessuno ha perso e dove tutti hanno vinto, con giri di parole ad effetto per sorreggere le loro pericolanti impalcature.
Per creare confusione, volutamente e senza forse.
E in questa confusione ci sguazzano, si nutriscono, si ingrassano.
Mentre il popolo si divide e si perde, disperdendo l’energia e la forza per cambiare le cose.
Non è cambiato nulla…

(…)Fa’ la ninna, cocco bello,

finché dura ‘sto macello:

fa’ la ninna, ché domani

rivedremo li sovrani

che se scambieno la stima

boni amichi come prima.

So’ cuggini e fra parenti

nun se fanno comprimenti:

torneranno più cordiali

li rapporti personali.

E riuniti fra de loro

senza l’ombra d’un rimorso,

ce faranno un ber discorso

su la Pace e sul Lavoro

pe’ quer popolo cojone

risparmiato dar cannone!

(Trilussa-1914)


5 thoughts on ““Er popolo cojone”

Rispondi