Quattro storie d’amore

(1:4) Daniele

Che ci faccio in questo posto?

Boccali di birra sparsi dappertutto, la maggior parte ancora mezzi pieni e dimenticati da chissà quanto tempo. Il pavimento appiccicaticcio sotto le scarpe di tutto l’alcool che era andato sprecato con tutti i bicchieri andati in frantumi.
Odore di alcool, di sudore, del fumo di sigarette che i fumatori si portavano avanti e indietro dal gabbiotto nel quale erano costretti e accalcati.
Un altro evergreen sparato a tutto volume e la piccolissima pista da ballo gremita. Risa ed urla di gioia, qualcuno cantava e a squarciagola, qualcun altro cercava di farsi spazio tra la folla, attento a non rovesciare l’ennesimo vassoio pieno.
Attorno, seduti sugli sgabelli, appoggiati al muro o al bancone del bar, i soliti spettatori, uomini e donne in attesa della mossa da fare, della loro preda o del loro predatore.
Gioco di sguardi, avances e imbarazzi, intraprendenza e timidezza. I tipi sicuri si facevano avanti, altri rimanevano in disparte.
Alcune donne invitavano il prescelto della serata a ballare, stanche di aspettare che qualcuno si decidesse a prenderle.

Che ci faccio in questo posto?

Più si guardava attorno e più se lo domandava. in quel posto dove ubriacarsi e rimorchiare erano le uniche cose per cui la gente ci andava.
Ma quella sera tutto assumeva un sapore diverso, un retrogusto amaro che lo faceva pensare.
E la felicità che la gente sembrava emanare, gli apparve forzata, una maschera da mettersi addosso per apparire forse solo più appetibile, desiderabile, commerciabile.
Sarà stata anche solo la sua impressione, ma tutto e tutti li dentro ruotava attorno al sesso: trovare qualcuno da portarsi a casa, per una bella o scialba scopata che fosse.
E non voleva neanche immaginare quante storie losche si nascondessero dietro quelle facce sorridenti, incendiate e accese dall’alcool e dal desiderio. Che poi, alla fine, crescevano sempre di pari passo.
Quanti sposati, o fidanzati, si nascondevano li dentro all’insaputa dei loro compagni? Quanti stavano facendo nuovamente il loro doppio gioco? E quanti erano li per trovare un po di attenzione, per sopperire a qualche mancanza, per cancellare un dolore, una delusione?
Lo sapeva bene , perché in fondo ci era passato anche lui e, forse, ci sarebbe passato di nuovo. Ma non quella sera.
Neanche se quella biondina niente male lo guardava da quando era entrato e si era andato a sedere da solo, in disparte. Altre volte si sarebbe comportato diversamente, quella sera avrebbe lasciato la mano.
Per non cedere alla tentazione, per non incappare di nuovo nella delusione di svegliarsi con qualcuno vicino e la sensazione di voler stare da solo. Cosa rimaneva quando il bisogno era stato appagato? e quante volte alla fine quel desiderio era veramente soddisfatto, e quante volte invece solo una effimera compensazione, una delusione?
Non quella sera.
Per non essere costretto di nuovo a recitare una parte, a mettersi quella maschera felice, ad inventare scuse prima per portarsela a casa, poi per mandarla via il più presto possibile.
Sarebbe tornato a farlo, certo, non lo negava.
Sarebbe tornato a farlo di nuovo, quando il sesso manca e la voglia comincia ad annebbiarti la mente. Sarebbe tornato a farlo se non avesse trovato chi ….
Già….chi?

… E la sto cercando qui???? che ci faccio in questo posto?

(2:4) Stefano

Non ce l’avrebbe fatta a mantenere la promessa, neanche quella volta.
Già sapeva che non avrebbe resistito, che si sarebbe di nuovo lasciato andare, che avrebbe nuovamente calpestato quelli che aveva assunto a nuovi ideali e ragioni di vita.
Si era promesso, giurato e convinto, che avrebbe iniziato a condurre una nuova esistenza, che avrebbe voltato pagina con il suo travagliato passato una volta per tutte.
No che non ci avesse provato, a dire il vero, e per un brevissimo periodo ci era anche riuscito.
Adesso era ovvio che sarebbe tornato di nuovo sui suoi passi, che avrebbe fatto un bel falò di tutte le sue belle promesse. E che poi se ne sarebbe pentito.
Ma adesso era impossibilitato a fermarsi, spinto da un orgoglio che gli fece dimenticare qualsiasi buon proposito. E quella voglia di redimersi adesso sembrava già solo uno stupido incidente di percorso…
Si era reso conto, non molto tempo prima, che la sua vita stava andando a rotoli, e quello che era ancora più ovvio è che lo stava facendo sempre più velocemente.
Ed era cresciuta in lui l’idea, la convinzione, che anni e anni di disgraziato egoismo gli stessero adesso presentando il conto da pagare, in rate che diventavano sempre più grandi e difficili da saldare.
Non aveva mai pensato troppo al futuro, ma il futuro adesso era quel presente difficile proprio perché inimmaginato.
E l’essere cresciuto, l’essere cambiato e forse maturato, lo mettevano di fronte a tutte quelle dannate domande alle quali non sapeva dare neanche una mezza risposta.
Doveva cambiare, questa era la sola cosa di cui era sicuro.
Doveva iniziare a guardarsi attorno, a preoccuparsi degli altri, a valutare bene quelle che poi si chiamano conseguenze. Doveva smetterla di seguire l’istinto, di lasciarsi sempre e solo trasportare dalle emozioni del momento.
Perché se le sue erano importanti, lo erano anche quelle degli altri, di tutte quelle persone che aveva incontrato, aveva finto di amare e a cui aveva fatto irrimediabilmente del male.
Ma poi il male torna, a piccoli e grandi dosi, ma torna sempre.
Chi semina raccoglie, e lui non aveva seminato mai niente di buono, non se ne era mai preoccupato.
Se ne era reso conto adesso, e forse non è mai troppo tardi per cambiare.
Se non voleva rimanere solo…
Ma adesso era li, a ripensarci sopra, a sapere di stare per prendere nuovamente la decisione sbagliata.
Era li, a dare retta ancora una volta al suo ego, solo per una stupida paura di non voler perdere niente, di non voler rischiare assolutamente nulla di se.
Alla fine non era affatto cambiato, e tutte quelle idee e credenze sul karma, tornavano ad essere solo cazzate da lasciare a quella demenziale serie televisiva.
I suoi sentimenti, le sue emozioni ed il suo orgoglio erano le sole cose importanti, e presto avrebbe messo di nuovo le cose in chiaro.
La sfortunata di turno ancora non lo sapeva, ma non avrebbe avuto il tempo per rendersene conto ne tanto meno per riuscire a scappare.
Sarebbe finita anche lei tra le sue grinfie. Sarebbe stata usata per un po, si sarebbe anche sentita importante.
Per poi essere disillusa nel peggiore dei modi.
Lui avrebbe rimesso in chiaro le cose, la sua scala dei valori dove lui era in cima e lei sarebbe dovuta stare al gradino più basso.
Anche se gli sarebbe dispiaciuto perderla, ma era convinto che ci sono, a volte, decisioni drastiche ma inevitabili da prendere.
Non sentiva dei rimorsi per questo?
Certo, e li avrebbe avuti per un po. Ma aveva imparato, nel corso della sua vita, a saperci convivere.
Ci era già passato : farlo agli altri prima che gli altri possano farlo a te.
E lei gli aveva dato la sensazione di voler giocare con lui, di credersi più forte e furba, di saper giocare bene le sue carte.
Ma bluffava, non avendo niente in mano. E lui era un asso al tavolo da gioco.
Lasciarle vincere la mano? O rilanciare per portarle via tutto?
Se ne sarebbe pentito, lo sapeva. E sapeva che si sarebbe sentito ancora più solo, che avrebbe eretto ulteriori barriere attorno a se.
Come sapeva che avrebbe mandato a puttane in una volta sola tutti gli sforzi che aveva fatto per provare a cambiare.
Ma forse, avrebbe avuto ancora tempo per farlo….

(3:4) Francesco

Se dovessi aprire il cuore, e guardarci dentro affondo….cosa troverei?
Pochi momenti, pochi sguardi, poche persone.
Ed è strano, se pensi che a trent’anni suonati siano così poche le persone che sono rimaste davvero ingabbiate li dentro, di come le infatuazioni dei diversi momenti adesso non ci siano affatto.
Solo pochi nomi, imbrattano quelle pareti rosse e vive, e mentre il cuore pulsa ancora ed ad ogni battito quei nomi si gonfiano, si muovono, riprendono un po di vita.
Se fai pulizia a volte trovi le cose più impensabili, a volte sono le più importanti
Corpo di mille balene!!!! e delle mille donne che ho avuto nella mia vita…
Tutte! quelle che ho posseduto, quelle che ho sfiorato, quelle che ho soltanto immaginato, e quelle di cui non mi sono neanche accorto.
Migliaia di facce, di sguardi, sorrisi e parole. E poi il profumo, le voci, il sapore e un odore più profondo, più intimo, vicino alle voglie e i desideri più nascosti. Incontrollabili, inevitalbili.
Quante donne ho avuto veramente? quante sono ancora con me, nel mio bagaglio di ricordi da portarmi appresso, speriamo, il più a lungo possibile?
Non lo so, difficile quantificare, quando le immagini e i ricordi si sovrappongono, si mescolano, cambiano la verità degli eventi.
Ma alla fine forse sono proprio i ricordi quelli importanti, quelli che vogliamo credere reali, quelli che vogliamo modellare nel nostro subconscio per poi crederli veramente accaduti….
So solo che tutte le mie donne questa sera sono qui con me.
Forse perché non ho ancora trovato quella che le racchiuda tutte insieme. Forse perché ho scelto, in ognuna di esse, le cose che mi piacciono da sempre, e quelle che piacevano o mi intrigavano al momento.
O forse perché stasera sto ascoltando la playlist con tutte le canzoni che hanno accompagnato i battiti del mio cuore, ed ogni canzone è un ricordo, una ragazza, un sogno avverato e vissuto, o solo un incubo, un rebus irrisolto.
E le domande che ne sono sempre conseguite e che non hanno mai trovato una risposta.
Ma anche la sofferenza, le delusioni e i pugnali che hanno trafitto a volte il mio cuore, questa sera assumono il contorno di una leggera e dolce nostalgia. Malinconia per tutto il tempo che se n’è andato portandosi via i miei sogni e quelli che le donne del momento portavano con loro.
E ti accorgi dell’altalenante andamento del tuo cuore, di come fosse facile incendiarlo nell’adolescenza….
Ho mai più amato come in quegli anni? Forse si, forse no, forse ho solo amato in modo diverso, quando l’amore non è solo sogno, quando l’amore non cancella il resto della vita, i problemi.
Forse il primo amore non si scorda mai proprio per questo, per l’innocente voglia di lasciarsi completamente inghiottire da esso.
Perché allora si viveva veramente solo di amore, perché allora non c’erano tutte le altre cose a distogliere il nostro battito focalizzato sulla ragazza di turno.
Poi si cresce, si pretende di più, si erigono barriere per non soffrire o solo per difendere i nostri punti più deboli. Si ama certo, si ama anche tanto…ma è diverso, non è lo stesso
A volte sembra essere pianificato, un gioco dei ruoli con una parte da recitare, delle decisioni ben precise da prendere.
E più si va avanti e più sembra difficile lasciarsi trasportare del tutto, lasciarsi investire veramente senza pensare alle eventuali conseguenze, ai possibili tempi di degenza che ci aspettano in futuro, costretti a leccarci le ferite.
Sarebbe bello poter tornare indietro e non dover mettere in conto ai nuovi incontri il resoconto delle nostre storie passate, le nostre esperienze, le nostre ferite ancora aperte. E le nostre paure.
Sarebbe bello poter lasciarsi andare completamente, senza finzioni, sentire ancora quell’ondata di calore nello stomaco, quelle sensazioni forti da stravolgere intere giornate.
E poi l’emozione del primo bacio, o la prima volta che timidi ci siamo levati i vestiti, si siamo lasciati scoprire, assaporare da bocche sconosciute, estranee.
La nostra intimità, la nostra incertezza nel saper cosa fare, nel provare….
Più si va avanti e più le nostre esperienze ci dicono cosa fare, i nostri ricordi ci portano a fare paragoni, volenti o nolenti, perché quel bagaglio di incontri non lo possiamo abbandonare.
Ed allora ecco perché rivedo tutte le mie donne stasera, perché sono state parte di me e lo saranno per sempre, per quello che mi hanno o non hanno dato, quello che mi hanno o non hanno lasciato.
Reazione a catena, ognuno ad ogni modo legata alle altre…sperando che spariranno il giorno stesso in cui incontrerò chi mi farà ritornare innocente e insicuro…
Francesco spegne la luce e si lascia andare scivolare sul divano…mentre lo stereo passa l’ënnesima canzone d’amore…

(4:4) Luca

Mi sto innamorando.
Lo so, forse è una parola grande, ma qualcosa inizia a muoversi dentro.
Si, quelle sensazioni strane nello stomaco, quel pensiero che inizia a convergere sempre nella stessa direzione. Poi , se ci si mettono anche i sogni….
Eh si,sembra proprio che mi sto innamorando…e mi piace. Forse perché lo voglio io, forse perché voglio innamorarmi
O forse perché quando accade non puoi farci niente. Ma se alla fine sono io che mi ci sto buttando contro, beh, allora non sono io che lo voglio?
Ma si, si, senza starci neanche troppo a pensare su.
La cosa importante è che sta succedendo, che sta diventando una fissazione, che ho lei nel mio pensiero tutto il tempo, che la sto immaginando, che la sto desiderando.
Ed il fatto che con lei non riesco ad essere più normale, non sono più me stesso: penso a quello che ho da dire, a quello che devo rispondere ai messaggi. E poi a come mi devo vestire, come mi devo muovere, quello che devo fare.
Possibile che già condiziona la mia vita così tanto? Eppure ci è entrata solo poche settimane fa….
Chissà perché quando qualcuno mi interessa non riesco più ad essere me stesso: cambio, mi blocco, penso troppo. E le paure e le incertezze tornano fuori, più le incazzature perché, con le altre, so sempre cosa fare
Con lei no, come al solito impantanato a vagliare le ipotesi e soppesare le possibilità. Un momento certezza, il momento dopo confusione totale. Rimanere? Scappare?
Che poi perché chiederselo se tanto lo so che ci vado incontro senza provare neanche a frenare.
Perché lo voglio, perché mi sto innamorando e l’amore non sente ragione. Anche se sono io adesso che me lo sto imponendo
Forse perché alla fine le cose difficili sono quelle che ti interessano di più…e lei non è facile
O almeno, sappiamo già benissimo tutti e due dove andremo a parare, ma almeno mi fa penare, sa farmi aspettare, sa farmi interessare.
Se fosse stata facile, una da prima sera e una botta e via, che interesse avrei mai potuto avere?
No, lei è furba, lei sa giocare al gioco delle parti, il copione da recitare…
E allora recitiamo, giochiamo al corteggiamento che inizia a piacereanche a me…questo andirivieni di mezze verità, di evidenze nascoste sotto gli abiti delle più belle bugie.
E la voglia che sale, perché è difficile da avere, si lascia sfiorare e poi scappa ancora.
E io, stupido, che rimango al gioco perché ci voglio rimanere, perché alla fine mi fa stare bene…
Perché con le mezze parole continua ad intrigarmi sempre più,
Perché con i messaggi, gli sguardi, inizio a scoprila poco a poco e mi piace sempre più
Perché immagino quello che potrebbe essere a letto, ma mi gusto ogni particolare, come al rallentatore, senza dover sforzarmi di ricordare se ti fossi concessa la prima sera.
No, conosco già i suoi capelli, i suoi sguardi, il suo sorriso…Dettagli!…e il suo profumo che arriva adesso anche qui
Perché sto pensando solo al suo nome…
Perché forse non stavo aspettando altro che lei…
E perché non me ne frega niente dei messaggi di Francesco, Daniele, Stefano e gli altri che stasera mi invitano ad uscire.
No, stasera rimango qui, in questo momento di domande senza risposte, ma comunque un momento felice, quando il battito del cuore riempie quel silenzio che c’era da troppo tempo…


5 thoughts on “Quattro storie d’amore

      1. gli altri erano dei Luca non innamorati, in cerca, non in cerca, in cerca d’altro… Luca ha trovato, e vive, come la prima volta, sennç che gusto c’è? 😉

      2. ma per fortuna all’inizio riusciamo ancora a perdere la testa e lasciarsi andare privi di freni inibitori (mentali). Il problema è dopo, quando inevitabilmente fai paragoni con il passato, la tua esperienza pretende, magari il tuo orgoglio ferito in passato ti difende…
        Però come dicevo, la fase dell’innamoramento rimane estasi senza spiegazione…per fortuna

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