Siamo cresciuti in un mondo che ci ha raccontato tante, forse troppe bugie.
Parlo della mia generazione.
Sono nato a metà degli anni 70, ma quelli non me li posso ricordare. Mi ricordo invece gli anni 80, e quando penso a quel periodo mi viene sempre in mente il primo “Vacanze di Natale” , quello dell’83 per capirsi.
Per me, quel film rispecchia pienamente la visione, o il ricordo, che ho di quegli anni, di un’Italia ricca e felice, dove tutti potevano divertirsi e togliersi gli sfizi, come la famiglia di macellai romani che, nel film appunto, si concede la settimana bianca a Cortina.
Mi sbaglio o allora si stava bene?
La maggior parte della gente prendeva un mese di ferie in estate, poi una settimana d’inverno, ed era la normalità. I ristoranti erano sempre pieni e si usciva a mangiare spesso, più di una volta al mese, spesso più di una volta a settimana; la gente comprava casa e seconde case senza troppi problemi; la città si espandeva a ritmo frenetico agglomerando paesi limitrofi e pezzi di campagna. Gli stadi erano pieni, i bar erano stracolmi, così come i cinema, i teatri e così via. Ogni famiglia aveva almeno due macchine, e molte una per ogni persona in età per poter guidare.
Certo, questi ricordi finiscono con il portarmi, per forza di cose, a sfociare anche negli anni 90, quando ero più grande per capire e soprattutto per vivere in prima persona quello che considero l’ultimo periodo di benessere.
Già, perché poi qualcosa è cambiato e la mia generazione si è dovuta scontrare con una realtà diversa da quella in cui siamo cresciuti.
L’arrivo dell’euro prima, poi la crisi economica del 2008 e poi quella attuale, hanno ridisegnato un mondo completamente diverso da quello che noi avevamo immaginato e preteso nostro di diritto.. Soprattutto ci hanno trovato spiazzati, perché i nostri punti di riferimento sono stati cambiati e ridisegnati, se non addirittura cancellati.
Dove sono il lavoro fisso, il mutuo da pagare, i soldi per le ferie e quelli per la macchina? Dove sono la sicurezza per il futuro, gli investimenti redditizi, i mutui che con il passare degli anni divengono esigue e irrisorie somme da pagare? Dove è il valore dei soldi e un costo della vita proporzionato al salario percepito?
Certo, non viviamo in uno stato di povertà assoluta,(non ancora, almeno), i soldi ci sono ancora e c’è ancora chi li spende, ma il periodo del boom economico e del benessere è finito da tempo.
Forse ritornerà e allora noi saremo solo stata la generazione sfortunata, quella a cavallo tra due epoche, con sogni e realtà diverse da quelle che saranno normalità per le generazioni a venire.
O forse non tornerà più, come molti pensano, perché tutti i soldi che abbiamo speso fino agli anni 90, non erano alla fine soldi nostri, era una ricchezza illusoria e fittizia. E adesso bisogna pagare il conto, e tocca a noi…
E la mia generazione, anche se indirettamente, deve fasi carico di questa colpa…
P.S.
Mentre scrivevo mi è venuta in mente la canzone “Spendi Spandi effendi” , Rino Gaetano 1977, in particolare questo pezzo:
“Spider coupè gitti alfetta
a duecento c’è sempre una donna che ti aspetta
sdraiata sul cofano all’autosalone
e ti dice prendimi maschiaccio libidinoso coglione”
Forse potrebbe aiutarci a capire quello che ci aspetta, leggendo e informandoci su cosa è successo dopo il ’29 ovvero dopo la grande depressione… guerre? Beh, sappi che c’è chi ne ha già prevista una terza… e non certo quella di cui si parlava la tempo della contrapposizione USA-URSS.
Guarda, ci pensavo su e cercavo di ipotizzare una possibile uscita da questa crisi, e non riuscivo a trovare una soluzione a breve termine.
E per soluzione intendo un ritorno a quelle che erano le nostre aspettative di vita, ossia quelle indotte dalle bugie nelle quali siamo cresciuti. E se quel modello che noi conosciamo non tornasse mai più?
Per quanto riguarda la guerra…beh, speriamo proprio di no! Una rivoluzione forse, ma prima di tutto a carattere mentale…
Tutto il benessere di cui parli… era già declino, sei giovane per ricordare, e la gente spendeva, spandeva, ferie, tre macchine, cinqueTV, ecc., pensando che quello fosse divertimento o, nel più penoso dei casi, che fosse vita(!), pensa un po’ che gente strana: come si poteva evitare l’attuale caduta nel baratro con quelle premesse? 🙄
Ma che abbiamo speso soldi non nostri sono completamente d’accordo con te…ma c’è anche da dire che i soldi in tasca c’erano, o almeno avevano un potere di acquisto maggiore rispetto ad adesso…Nel 2000 (ultimo anno buono prima dell’inizio del declino) con 50.000 lire in tasca uscivi, ti divertivi e magari ti avanzava qualcosa…adesso?
Poi la gente continua a comprare anche adesso, ricorda la fila all’apertura dei centri commerciali, o all’uscita dell’iphone,,,soloche adesso fa ancora di più le rate…
Secondo me lo spendere per apparire o per sopperire ad altre carenze non è diminuito ne iminuirà…sono i soldi che mancano, e per questo che penso che non ne usciremo tanto facilmente
Anch’io penso che non usciremo facilmente dalla crisi. Io sono nata negli anni ’60, in pieno boom economico. Anch’io sono cresciuta pensando che l’orizzonte fosse sempre e solo una progressione. Ci ho messo qualche anno a comprendere che qui stiamo e qui staremo ancora per un po’ . Però, se da una parte è finito il tempo delle illusioni, dall’altra penso che sia meglio una crisi economica che una guerra. Noi siamo la prima generazione italiana che non ha conosciuto la guerra, che ne ha solo ascoltato i racconti di nonni e genitori. E speriamo di non doverla mai conoscere. Ci tocca la crisi. I soldi che non girano. Mio marito è un illustratore e lavora per le agenzie pubblicitarie. Da quando finisce un lavoro a quando incassa la fattura può passare anche un anno. E nel frattempo deve anticipare l’IVA. E capitano anche fatture che non verranno saldate.
Dopo la caduta brusca dal regno dell’illusione è però cominciato per me un periodo migliore: non economicamente, ma spiritualmente e psicologicamente. Oggi mi sento più concentrata sui valori veri, e sto meglio. Poi ho le notti in cui mi sveglio e non riesco a riaddormentarmi per le preoccupazioni economiche, però poi arriva il giorno, e vado avanti. Non so, cerco di imparare a vivere nella crisi, a reggere l’incertezza, l’ansia, senza abbattermi. Cerco di allenare i muscoli della sopravvivenza, della forza. Tengo duro e combatto. Abbiamo superato il 2012, speriamo di superare anche quest’anno…
Ciao!
Chiara
Che supereremo anche questo non c’è dubbio, abbiamo spalle larghe!!
E, nonostante i punti interrogativi, senza bbattersi andremo avanti…e non sia detto che rimodellare i principi, gli ideali e le aspettattive sia tutto un male…soprattutto per le generazioni a venire.
Anzi, forse una buoa dse di recessione può fare solo bene, dopo lo spreco di cui siamo stati , magari indirettamente, complici.
Ciao Chiara !
Complimenti per il pezzo, che condivido. La canzone di Rino (lo adoro) è la degna e adeguata ciliegina sulla torta, quest’ultima ormai divenuta sempre più minuscola…:)
Grazie Antonio !
Anche io adoro Rino, precursore dei tempi e ancora attuale dopo oltre 30 anni…
Per quanto riguarda la torta…magari ci vogliono far dimagrire? 🙂
Può darsi, e pensare che io ho impiegato anni per passare dalla mia eccessiva magrezza (reale, non metaforica) allo stato attuale. 😀
Forse è un bene aver fatto scorta di grassi (siamo in due ) 😀